Freud e le anguille
Sigmund Freud, dedicò parte dei suoi anni giovanili allo studio delle anguille europee e alla risoluzione di un enigma che perdurava dalla notte dei tempi.
Nessuno era mai stato in grado di osservare e studiare il momento in cui queste creature deponevano uova o davano alla luce i loro piccoli o si accoppiavano. Inoltre, il fatto che le anguille fossero sprovviste di organi genitali rendeva necessaria la dissezione e l’attenta analisi delle loro gonadi per stabilirne il sesso.
Senza la distinzione tradizionale tra maschio e femmina, come potevano queste creature riprodursi? Aristotele propose l’idea che le anguille potessero generarsi spontaneamente da materia inanimata, attraverso una sorta di interazione tra elementi nelle giuste condizioni. Questa teoria della “generazione spontanea” venne per secoli.
Dall’epoca di Plinio il Vecchio fino a Ildegarda di Bingen, molti cercarono di spiegare il processo riproduttivo delle anguille, immaginando che si avvolgessero insieme, rilasciassero semi, si accoppiassero in modi strani o che le loro squame potessero dar vita a piccole anguille.
La questione dell’anguilla ha segnato per molti secoli una zona di confine incerto tra fisica e metafisica. Forse perché, scrive Patrick Svensson in un suo affascinante romanzo-saggio (Nel segno dell’anguilla, traduzione di Monica Corbetta, Guanda, 2019):
anche chi si affida alla scienza e all’ordine definito della natura a volte vuole lasciare aperto un piccolo spiraglio di mistero.
Fu solo durante il Rinascimento che la teoria della generazione spontanea venne messa in discussione e si crearono collegamenti che spiegavano la nascita delle creature in modi che oggi riconosciamo. L’evoluzione del microscopio e le nuove scoperte che ne derivarono contribuirono a sfidare la teoria della generazione spontanea.
All’inizio del XVIII secolo, un medico italiano finalmente individuò le ovaie in una femmina di anguilla. Tuttavia, l’assenza di informazioni sui corrispondenti organi maschili rendeva ancora un mistero il processo riproduttivo delle anguille.
Nel 1873, all’età di 17 anni, Freud iniziò i suoi studi presso l’Università di Vienna. Sebbene inizialmente interessato al campo legale, presto si volse verso la medicina. Durante il suo percorso accademico, si immerse nello studio di discipline come la filosofia, la fisiologia e la zoologia, quest’ultima sotto la guida del professor Carl Friedrich Claus, seguace delle teorie di Darwin. Claus si propose di dimostrare che le anguille avevano un ciclo di riproduzione sessuale e affidò al giovane Freud il compito di trovare un maschio di anguilla.
Nel 1876, Freud si unì a Claus presso la stazione di ricerca zoologica di Trieste. Claus gli affidò un compito apparentemente monotono: per quattro settimane, il giovane studioso sezionò centinaia di anguille nella speranza di individuare i testicoli. Dopo aver aperto 400 esemplari, tutti di sesso femminile, trovò ciò che cercava: le gonadi nascoste nella cavità addominale. Ma perché molte delle anguille sezionate da Freud non possedevano organi maschili? Per comprendere ciò, è fondamentale conoscere due aspetti cruciali: come viene determinato il sesso delle anguille e il loro ciclo di vita.
Sia l’anguilla americana (Anguilla rostrata) che quella europea iniziano la loro esistenza come uova nel Mar dei Sargassi, nel cuore dell’Atlantico. Quando queste uova si schiudono, emergono come larve, chiamate “leptocefali”, che ricordano foglie di salice trasparenti. Poiché non nuotano bene, vengono spinti dalle correnti oceaniche verso le acque dolci prossime alla terraferma, dove si trasformano in “anguille di vetro”. A questo stadio, le anguille iniziano a somigliare alle loro controparti adulte, ma mantengono una certa trasparenza. Successivamente, intraprendono un’ascesa collettiva attraverso acque dolci, mutando in anguille mature che, a differenza delle giovani, presentano l’aspetto tipico. Questo percorso richiede fino a vent’anni per raggiungere la maturità sessuale. Dopo di ciò, le anguille migrano simultaneamente verso il Mar dei Sargassi per riprodursi e completare il loro ciclo vitale, un percorso che sia l’anguilla americana che quella europea percorrono, sebbene quest’ultima debba viaggiare leggermente più a lungo per raggiungere l’Europa.
Quello che Freud, il suo mentore e gli scienziati prima di loro non sapevano è che il sesso di un’anguilla non è determinato geneticamente, a differenza dell’essere umano. Quando un’anguilla nasce, non possiede una definizione di genere. Il sesso si sviluppa in seguito a influenze ambientali, ma i dettagli di questo processo rimangono ancora oscuri. I maschi diventano evidenti solo durante la migrazione o al loro arrivo nel Mar dei Sargassi, quando iniziano a sviluppare i loro organi genitali.
Di conseguenza, mentre Freud sezionava le anguille, stava in realtà analizzando individui che avrebbero acquisito la loro identità maschile più avanti nel loro viaggio, se avessero avuto l’opportunità di sopravvivere. L’anguilla maschio che Freud trovò potrebbe essere stata una delle poche che stavano già avanzando nel loro sviluppo, un caso fortuito o addirittura un esemplare proveniente da altre acque oceaniche. In ogni caso, questa scoperta rappresentò una grande fortuna per Freud, che non se ne rese pienamente conto. Rispondeva infatti a una domanda che aveva lasciato senza risposta molti altri ricercatori prima di lui.