Intenzione: responsabilità e coscienza. La lezione di G. E. M. Anscombe, nelle parole della figlia

Marco Dotti
2 min readJan 24, 2021

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«Fu nel 1956, quando l’Università di Oxford decise di conferire un diploma honoris causa all’ex Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. Proprio l’uomo che si vantava di aver ordinato il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.

L’Università di Oxford ha degli statuti di origine medioevale per cui ogni membro del corpus docente ha diritto di voto su simili questioni: così mia madre poté opporsi a questo riconoscimento. La sua non fu una mera protesta in quanto faceva parte del comitato che doveva legittimare il riconoscimento: si trovava quindi nella medesima posizione di un membro del Parlamento che può opporsi all’approvazione di una nuova legge.

Era già accaduto parecchie volte che i membri dell’antico Senato Accademico avessero votato contro il conferimento del diploma a persone per cui era stato proposto, e quindi sarebbe potuto accadere anche per Truman. Prima di poter parlare nel Senato, doveva conoscere la procedura, così mia madre si rivolse al Senior Proctor (il Procurator).

A quel tempo era il filosofo della religione Basil Mitchell. Egli illustrò a mia madre la formula in latino per chiedere il permesso di parlare in inglese ai magistri riuniti. E informò anche coloro che avevano proposto il riconoscimento a Truman che la Anscombe voleva argomentarvi contro.

Si vociferava così che “le donne” si sarebbero opposte al riconoscimento. Persone che lei stimava facevano parte del Senato e mia madre pensava che l’avrebbero appoggiata. Ricevuto il permesso di parlare in inglese, illustrò tutti i massacri per cui Truman era ben noto e, paragonandolo a Hitler, a Gengis Khan e a Nerone, chiese a quale altra persona malvagia avrebbero in futuro i magistri concesso questo riconoscimento. Il discorso di mia madre fu del tutto inutile. Alla fine solo quattro persone votarono Non placet: oltre a lei, la filosofa Philippa Foot, suo marito, lo storico M.R.D. Foot, e Margaret Hubbard. Mia madre mi disse, più di una volta, che furono gli argomenti apportati in difesa dell’azione di Truman nell’autorizzare il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki a farle decidere di dare un ciclo di lezioni sull’intenzione. L’argomento più citato era: “ha solamente firmato con il proprio nome un pezzo di carta”.

Mi diceva che fino ad allora aveva lavorato su problemi che stava cercando di comprendere a fondo, ma quando ascoltò quelle sciocchezze sull’agire di Truman, si rese conto che c’erano cose da lei ben comprese che molta altra gente non capiva; così decise di dare un ciclo di lezioni su di esse».

[Mary Catherine Gormally]

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Written by Marco Dotti

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