Vacláv Havel: «i principi sono le mani sporche degli intellettuali»
Nel 1974, per alcuni mesi Vacláv Havel lavorò in una fabbrica di birra. Quell’esperienza gli ispirò la trama dell’opera L’udienza.
Il direttore della fabbrica di birra, al quale i superiori avevano ordinato di spiare Vanek, scrittore e dissidente (alter ego di Havel), propone proprio a V. di redigere i rapporti alla polizia segreta su di lui e altri compagni. Vanek rifiuta: “Per una questione di principio”.
Ecco lo sfogo del capo della fabbrica: “Ah sì? E così tu te ne freghi di me? Io posso essere un porco! Io posso rotolarmi in questa merda, io non conto, io sono solo un povero cafone della fabbrica di birra, vero? Ma lei, lei non può entrarci! Io posso sporcarmi di fango, purché lei rimanga pulito! Perché lei ha dei principi!
E quello che succede agli altri non le interessa! Purché lei rimanga bello e lindo! I principi per lei sono più importanti delle persone! (...)
Voi, intellettuali! Gran signori! Solo parole garbate, solo che voi potete permettervelo, perché a voi non può succedere niente, tutti si interessano a voi, voi ve la cavate sempre, voi vincete sempre, anche se siete a terra (...)
Principi! Come potreste non difenderli, questi vostri principi? In fondo vi convengono alla grande, li vendete benissimo, ci guadagnate un sacco, voi vivete grazie a questi principi, e io? Io posso solo ricevere degli schiaffi (...). Io servo solo per fare il letame su cui crescono i vostri principi, per procurarvi le stanze al calduccio per il vostro eroismo e perché alla fine ci sia qualcuno da sbeffeggiare! Tu un giorno tornerai dalle tue attrici e ti vanterai di come hai fatto rotolare le botti, e sarai un eroe! E io? Da chi potrò tornare? Chi si accorgerà di me?”.