Risonanze tra Oriente e Occidente. Dialogo con Paolo Tofani
Tante le strade che portano a Oriente. Altrettante quelle del ritorno a Occidente. Per Paolo Tofani, figura storica della musica italiana, chitarrista degli Area, questa doppia strada è segnata da due parole complementari: ricerca, spirito. Il viaggio spirituale di Paolo Tofani ha coinciso con il suo percorso musicale sempre più attento alle relazioni tra corpo e anima. Gli antichi testi vedici contengono riferimenti alla musica come parte integrante delle cerimonie religiose e delle pratiche di adorazione. La cultura musicale, cresciuta intorno alle conoscenze Veda, ha così ampliato il suo percorso esplorativo, spingendolo oltre la tradizione dei mantra, verso quell’universo sonoro creato anche attraverso i suoni prodotti dalla moderna tecnologia digitale.
Occidente, Oriente e ancora Occidente: nel suo viaggio, musicale e spirituale, come ha visto cambiare queste due polarità del mondo?
Il saggio non si ferma più di quattro giorni sotto lo stesso albero, in questo modo mantiene il controllo dei sensi e annulla le differenze. Occidente e Oriente sono il terreno fertile dove possiamo, in eguale misura, vivere seguendo il principio fondamentale suggerito dai Veda: «Essere utili senza vivere seguendo l’utilità». L’uomo è soltanto un animale a due gambe che segue il sentiero della sopravvivenza, cioè, Mangia, Dorme, si Difende e si riproduce, tutto qua.
La sua musica, oggi, a che uomo si rivolge? Siamo ancora capaci di ascoltare, attendere, ricercare, avventurarci per altre “frequenze” e verso spazi ancora ignoti?
La vibrazione sonora non è limitata dal tempo e le circostanze, ma regala una grande opportunità di crescita interiore. L’uomo è l’unico essere vivente capace di scegliere le diverse strade della vita, e la mia musica è per tutti a prescindere dai diversi livelli di coscienza.
La sua evoluzione come musicista, in questi anni, si è nutrita di ricerca. Ma la parola “ricerca”, oggi, sembra più legata a una sorta di sperimentazione “tecnologica”. Che cosa abbiamo perso, cammin facendo, se decliniamo la parola “ricerca” solo in questi termini?
Gli esploratori vivono il diverso con grande passione e grandi aspettative. In questo viaggio, diventano molto esperti nel comunicare le fragilità e le opportunità durante la loro esistenza, e certamente imparano a utilizzare tutto ciò che l’intelligenza umana offre senza pregiudizi.
C’è un termine che è tornato in auge, in questi anni: “risonanza”. Risonanza: una capacità di mettersi in relazione col mondo. Mi sembra che questo termine si adatti alla sua ricerca, alla sua musica. È d’accordo?
Nei testi Vedici, ci sono molte indicazioni in relazione alla capacità di essere introspettivi e quindi capire la differenza fra lo spirito e la materia grossolana, si chiama Yoga. Seguendo questo metodo, certamente si ottiene l’equilibrio frà questi due aspetti della nostra natura, e con il tempo, capiremo che la vera risonanza è semplicemente ritrovare la nostra relazione di amore con Dio.
Che cosa potremmo dire a un ragazzo, oggi, che cerca il suo “altrove” ma non vede altro che schermi? «Esistono (ancora) altre aurore», come si legge nei RgVeda?
La virtù è la piattaforma ideale per iniziare un viaggio di conoscenza. Chi sceglie di vivere sotto l’influenza dell’ignoranza non troverà niente di valore e il dubbio, la collera e l’invidia saranno i suoi compagni di viaggio. Il maestro è il punto di riferimento essenziale, e l’umiltà è la qualità necessaria per vincere la battaglia dell’esistenza.